giovedì 6 giugno 2013

Alla conquista di Marte


Il viaggio più lungo è incerto che l’umanità abbia mai conosciuto.  Potrebbe essere il titolo dei libri di storia del prossimo secolo.
Da qualche anno la NASA (National Aeronautics and Space Administration) (Ente Nazionale per le attività Spaziali e Aeronautiche) lavora ad un progetto che sembra irrealizzabile: la spedizione dell’uomo su Marte per esplorarlo e verificare se è possibile o meno la vita sulla sua superficie.
Diverse simulazioni ed esperimenti sono stati condotti e quello è emerso sono una marea di problemi.
Data la distanza fra la Terra e il cosiddetto pianeta rosso, che può oscillare fra 60 e 115 milioni di chilometri, uno shuttle opportunamente equipaggiato e sufficientemente veloce impiegherebbe 5 mesi!
Il momento della partenza è influenzato maggiormente dalle traiettorie che la Terra e Marte descrivono in funzione del tempo; bisogna infatti attendere il periodo di tempo in cui i due pianeti siano fra di loro il più vicino possibile e sulla base di questo dato importantissimo, stabilire il momento giusto in cui partire.



Questo è il problema più semplice da risolvere.
Le diverse equipe di medici hanno preso in serie considerazione
il fatto che, un tempo prolungato in assenza di gravità provoca una netta riduzione della massa muscolare e un assottigliamento della struttura ossea degli intrepidi astronauti.
E’ altresì complesso scegliere le persone giuste: gli psicologi sostengono che a causa degli spazi estremamente ristretti della navicella spaziale, cibi tutt’altro che gustosi, difficoltà nel soddisfare le esigenze fisiologiche dei soggetti, mancanza di riposo a causa dell’ intenso lavoro da svolgere, si  potrebbero innescare comportamenti talvolta inspiegabili dei viaggiatori. Si teme infatti che in momenti di ira, i cosmonauti siano i potenziali assassini dei loro compagni di viaggio.
Per non parlare dei possibili infortuni: effettuare con successo un’operazione chirurgica in assenza di gravità diventa un terno al lotto. A tal proposito si è studiato il comportamento del sangue e di alcuni parametri vitali, senza l’azione di gravità . Gli esperimenti sono stati condotti sulla Terra, con l’utilizzo di aerei particolari che in fase di discesa simulano l’assenza di gravità

 
Associati a questi ci sono i problemi tecnici:
le comunicazioni via radio fra la Terra e Marte impiegano 20 minuti!!!
Dunque la risposta ad un messaggio inviato sulla Terra arriverà dopo 40 minuti netti.
In determinate regioni dello spazio si verificano tempeste di raggi luminosi, visibili dall’ uomo, parzialmente conosciuti e dannosi alla salute in grado di penetrare il veicolo spaziale, compromettendone la sua integrità. In parte il problema è stato risolto con l’utilizzo di idrogeno che funge da schermo protettivo, a patto che l’intensità dei suddetti raggi non aumenti.
Per ovviare al problema dell’assenza di gravità, i geni della NASA, hanno pensato di imprimere alla navicella spaziale, un moto rotatorio su se stessa e di far svolgere attività fisica agli astronauti. Questo dovrebbe essere sufficiente a generare un campo gravitazionale che governa il velivolo durante l’intero viaggio, scongiurando così i danni all’apparato muscolo scheletrico degli viaggiatori.


Le risorse idriche per il fabbisogno umano è uno dei punti più delicati:
l’equipaggiamento dello shuttle non prevede grosse quantità di acqua a bordo in quanto il peso complessivo del mezzo sarebbe proibitivo per la riuscita della missione. Dunque una volta in orbita, gli astronauti tramite opportuni sistemi di conversione, dovranno fare dell’urina la loro acqua da bere. Si intuisce la condizione psicologica estremamente difficile del soggetto e questo complica profondamente la selezione degli uomini in grado di sostenere quest’impresa.
Questa è solo una parte dei problemi e delle difficoltà che gruppi di scienziati tentano di risolvere.

Tuttavia, si pensa che nel giro di 20 anni tali difficoltà siano state superate e che la prima missione avrà una probabilità di successo piuttosto elevata.
E’ in corso la selezione delle persone che vorranno cimentarsi in questa impresa: i volontari saranno sottoposti a test di resistenza psicofisica che potranno durare anche diversi mesi. Dal momento in cui gli astronauti saranno fuori dalla Terra, si troveranno completamente da soli ad affrontare la marea di difficoltà che un viaggio simile comporta.


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