Il viaggio più lungo è incerto che l’umanità abbia mai conosciuto. Potrebbe essere il titolo dei libri di storia del prossimo secolo.
Da
qualche anno la NASA (National Aeronautics and Space Administration) (Ente Nazionale per le attività Spaziali e
Aeronautiche) lavora ad un progetto che sembra irrealizzabile: la spedizione dell’uomo su Marte per
esplorarlo e verificare se è possibile o meno la vita sulla sua superficie.
Diverse simulazioni ed
esperimenti sono stati condotti e quello è emerso sono una marea di problemi.
Data la distanza fra
la Terra e il cosiddetto pianeta rosso, che può oscillare fra 60 e 115 milioni
di chilometri, uno shuttle opportunamente equipaggiato e sufficientemente
veloce impiegherebbe 5 mesi!
Il momento della
partenza è influenzato maggiormente dalle traiettorie che la Terra e Marte
descrivono in funzione del tempo; bisogna
infatti attendere il periodo di tempo in cui i due pianeti siano fra di loro il
più vicino possibile e sulla base di questo dato importantissimo, stabilire il
momento giusto in cui partire.
Questo è il problema
più semplice da risolvere.
Le diverse equipe di
medici hanno preso in serie considerazione
il fatto che, un tempo prolungato in assenza di gravità provoca una netta riduzione della massa muscolare e un assottigliamento della struttura ossea degli intrepidi astronauti.
il fatto che, un tempo prolungato in assenza di gravità provoca una netta riduzione della massa muscolare e un assottigliamento della struttura ossea degli intrepidi astronauti.
E’ altresì complesso
scegliere le persone giuste: gli psicologi sostengono che a causa degli spazi
estremamente ristretti della navicella spaziale, cibi tutt’altro che gustosi,
difficoltà nel soddisfare le esigenze fisiologiche dei soggetti, mancanza di
riposo a causa dell’ intenso lavoro da svolgere, si potrebbero innescare comportamenti talvolta
inspiegabili dei viaggiatori. Si teme
infatti che in momenti di ira, i cosmonauti siano i potenziali assassini dei
loro compagni di viaggio.
Per non parlare dei
possibili infortuni: effettuare con successo un’operazione chirurgica in
assenza di gravità diventa un terno al lotto. A tal proposito si è studiato il
comportamento del sangue e di alcuni parametri vitali, senza l’azione di
gravità . Gli esperimenti sono stati condotti sulla Terra, con l’utilizzo di aerei
particolari che in fase di discesa simulano l’assenza di gravità
Associati a questi ci sono i problemi tecnici:
le comunicazioni via radio fra la Terra e Marte
impiegano 20 minuti!!!
Dunque la risposta ad
un messaggio inviato sulla Terra arriverà dopo 40 minuti netti.
In determinate regioni
dello spazio si verificano tempeste di raggi luminosi, visibili dall’ uomo,
parzialmente conosciuti e dannosi alla salute in grado di penetrare il veicolo
spaziale, compromettendone la sua integrità. In parte il problema è stato
risolto con l’utilizzo di idrogeno che funge da schermo protettivo, a patto che
l’intensità dei suddetti raggi non aumenti.
Per ovviare al
problema dell’assenza di gravità, i geni della NASA, hanno pensato di imprimere alla navicella spaziale, un moto
rotatorio su se stessa e di far svolgere attività fisica agli astronauti. Questo
dovrebbe essere sufficiente a generare un campo gravitazionale che governa il
velivolo durante l’intero viaggio, scongiurando così i danni all’apparato
muscolo scheletrico degli viaggiatori.
Le risorse idriche per
il fabbisogno umano è uno dei punti più delicati:
l’equipaggiamento
dello shuttle non prevede grosse quantità di acqua a bordo in quanto il peso
complessivo del mezzo sarebbe proibitivo per la riuscita della missione. Dunque
una volta in orbita, gli astronauti tramite opportuni sistemi di conversione,
dovranno fare dell’urina la loro acqua da bere. Si intuisce la condizione
psicologica estremamente difficile del soggetto e questo complica profondamente
la selezione degli uomini in grado di sostenere quest’impresa.
Questa è solo una
parte dei problemi e delle difficoltà che gruppi di scienziati tentano di risolvere.
Tuttavia, si pensa che
nel giro di 20 anni tali difficoltà siano state superate e che la prima
missione avrà una probabilità di successo piuttosto elevata.
E’ in corso la
selezione delle persone che vorranno cimentarsi in questa impresa: i volontari
saranno sottoposti a test di resistenza psicofisica che potranno durare anche
diversi mesi. Dal momento in cui gli astronauti saranno fuori dalla Terra, si
troveranno completamente da soli ad affrontare la marea di difficoltà che un
viaggio simile comporta.
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