Per comprendere il principio di funzionamento è
necessario conoscere le basilari leggi che governano i fenomeni ottici.
LEGGI DELLA RIFLESSIONE DELLA LUCE
I° e II° legge della riflessione: dice che se una
superficie riflettente molto liscia, con rugosità al di sotto della lunghezza
d’onda della luce, viene colpita da un fascio di luce con un angolo detto
angolo di incidenza αi misurato rispetto alla verticale, allora la
superficie riflette il fascio di luce con un angolo chiamato angolo di
riflessione αr pari all’angolo di incidenza. Si dice inoltre che il
raggio riflesso e il raggio incidente giacciono sullo stesso piano.
Quindi: la prima legge dice che i raggi stanno
sullo stesso piano, mentre la seconda legge dice che il raggio riflesso e
quello incidente formano lo stesso angolo rispetto alla normale.
Affinché
l’angolo incidente sia uguale a quello riflesso, occorre che la superficie sia
liscia ad esempio levigata a specchio, altrimenti:
la luce si insinua nelle valli della
superficie scabrosa quindi viene riflessa con un angolo diverso rispetto a
quello incidente. Si dice che una superficie rugosa diffonde la luce ma non la
riflette, cioè
proietta la luce lungo diverse direzioni e illumina tutta la zona circostante.
proietta la luce lungo diverse direzioni e illumina tutta la zona circostante.
LEGGE DELLA RIFRAZIONE DELLA LUCE
Un
fascio di luce, che attraversa prima un mezzo denso e poi in un mezzo meno
denso (ad esempio prima l’aria e poi l’acqua), in parte viene riflesso e in
parte rifratto. L’angolo di rifrazione αr’ è tanto più piccolo
quando il secondo mezzo è più denso. Tanto più il secondo mezzo (area celeste )
è più denso, tanto più αr’ tende a 0.
Viceversa se passa un fascio di
luce attraversa prima un mezzo più denso e poi un mezzo meno denso ( dall’acqua
all’aria) l’angolo di rifrazione αr’ è più grande.
Fra
l’angolo di incidenza αi e l’angolo αr’ c’è una relazione proposta da Snell affermando
che il rapporto fra i seni dei due angoli, è pari al rapporto fra i due indici
di rifrazione dei mezzi attraversati dalla luce.
Tale rapporto è una costante
chiamata n12 che dipende sia dai due mezzi che dalle condizioni
fisiche come ad esempio la frequenza della luce.
Un
esempio di rifrazione è una bacchetta immersa per metà in un bicchiere
Per
capire come funzionano le fibre ottiche bisogna sapere cosa vuol dire riflessione
totale.
RIFLESSIONE
TOTALE:
Se
aumenta l’angolo di incidenza, succede che l’angolo del raggio rifratto tende a
90° rispetto alla verticale cioè il raggio d’incidenza viene rifratto
maggiormente.
NB:
l’angolo è misurato sempre rispetto alla verticale.
Esiste
un angolo di incidenza per cui l’angolo di rifrazione è 90°. Se viene superato
tale angolo detto angolo limite, il fascio di luce non viene più rifratto ma
viene soltanto riflesso. In altre parole il raggio incidente rimane incapsulato
nel mezzo più denso.
Questo
è il principio di funzionamento che governa le fibre ottiche; infatti le fibre
ottiche sono degli elementi che permettono di catturare la luce e non farla
uscire fuori. Tale fenomeno avviene perché le fibre ottiche hanno indici di
rifrazioni tali da catturare il fascio di luce e guidarlo fino all’uscita senza
farlo fuoriuscire. Evidentemente l’indice di rifrazione interno delle fibre
ottiche è maggiore di quello che c’è all’esterno.
Graficamente:
il
fascio di luce entra nella fibra e poi non può più uscire. In qualche modo la
fibra ottica ha un involucro impermeabile alla luce perché l’angolo di
incidenza del fascio luminoso è maggiore dell’angolo limite.
Quindi,
per ciò che si è detto prima, la parte interna della fibra deve essere più
densa, mentre la parte esterna deve essere meno densa così da evitare la
fuoriuscita del fascio di luce.
Il
diametro di una fibra ottica è dell’ordine di 120 μm.
1μm
= 1/1000 mm.
Riepilogando:
Le fibre ottiche sono
filamenti di materiali vetrosi o polimerici, realizzati in modo da poter
condurre la luce. Sono normalmente disponibili sotto forma di cavi e si può
schematizzare così.
Il cuore (1) che è proprio la
fibra che ha un indice di rifrazione molto alto.
Attorno al cuore
viene avvolto un mantello (Cladding);
Il buffer serve a
raccogliere la luce che è riuscita a scappare. Infatti anche se poca, un pò di
luce non viene riflessa.
Infine il Jacket ha
il compito di proteggere la fibra dall’ambiente esterno.
Si tratta di elementi usati prevalentemente nel
campo delle telecomunicazioni: reti per la trasmissioni di dati via internet
con la connessione ADSL;
Vengono utilizzate anche nel campo dell’illuminotecnica
ed inoltre si realizzano strumenti di misura di spostamenti estremamente
sofisticati.
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