domenica 2 giugno 2013

Insetti Impollinatori in diminuzione: a rischio l’intera Umanità

A tutti noi, prima o poi, è toccato ascoltare la storia della Cicogna o quella dell’ape con il fiorellino.

Ma vi siete mai chiesti cosa succede quando il fiorellino modifica, non spontaneamente, il proprio profumo o il proprio sapore  e l’ape non lo trova più attraente?

Si rischia l’estinzione di entrambe le specie!

Pare che il problema nasca da un gene patogeno la cui azione sia avvantaggiata dall’uso incontrollato dei pesticidi.
BOMBUS LAPIDARIUS
Prendiamo ad esempio il caso del BOMBO, appartenente alla famiglia delle apidi, definito l’impollinatore quasi perfetto grazie alle sue qualità fisiche. Tutto in lui sembra esser stato creato e regolato al fine di prelevare il prezioso polline dai fiori: le sue dimensioni robuste, la lingua lunga, persino la fisica del suo movimento. L’altissima frequenza del suo ronzio, infatti, stimola ed incoraggia i fiori a rilasciare il polline che si depositerà sul corpicino peloso del simpatico insetto per essere poi rilasciato in un fiore più avanti. L’ape, in cambio, ottiene il dolce nettare del fiore. Tutto questo meraviglioso e
simbiotico ciclo perfetto, genera la vita!!

“Ma allora le storie erano vere…”

Il futuro di
questi insetti, però, appare sempre più incerto, come testimoniato da una ricerca svoltasi negli Stati Uniti che illustra come le popolazioni di Bombi, in quei territori, siano sensibilmente diminuite negli ultimi decenni. Si stima
che alcune specie siano diminuite addirittura del 96%, dati che dovrebbero preoccuparci non solo per l’estinzione di una specie animale fondamentale nel ciclo dell’impollinazione, ma anche per la conseguente estinzione delle piante di cui l’animale è portatore di polline. Benchè la causa di fondo resti incerta, un’equipe di scienziati delle più prestigiose università statunitensi, guidata da Sydney Cameron, entomologa dell’Università dell’Illinois, dopo l’accurata analisi di otto specie di Bombi, ha registrato dati allarmanti, pubblicando il tutto negli Atti della National Academy of Sciences come il primo sondaggio completo sulla popolazione di calabroni negli Stati Uniti.
Ancor prima degli allarmi provenienti dall’America, in Europa si portano avanti ricerche che hanno prodotto dati sconcertanti. Su 19 specie di Bombi Europei, 3 sono già considerate localmente estinte, mentre  8 specie sono gravano in esponenziale declino, lasciando solo 4 specie diffuse nella regione.
Gli studi registrano i risultati dell’osservazione dei cambiamenti nelle distribuzioni geografiche delle specie, della diversità genetica e dei tassi di infezione, affermando che la perdita di habitat, i continui cambiamenti climatici ed una massiccia infezione patogena, siano le cause principali del declino europeo degli esemplari.
L’agente patogeno Nosema Bombi, causa dell’infezione, pare sia l’ipotesi attualmente più attendibile, anche se il tutto deve essere ancora confermato, in quanto l’ipotesi necessità di ulteriori studi atti a determinare se l’agente patogeno sia in grado di intaccare una popolazione sana o se intelligentemente sfrutti le specie già indebolite da qualcos’altro.
E’ pur vero che i numerosi e repentini cambiamenti climatici, verificatisi nel nostro pianeta negli ultimi anni, hanno portano ad uno sfasamento tra il tempo di fioritura e quello di attività degli insetti, tuttavia l’indebolimento di alcune specie, rispetto ad altre, è fortemente legato all’uso di pesticidi utilizzati in agricoltura che minano la salute dell’animale, compromettendone lo sviluppo genetico sano nella discendenza.
Senza considerare che l’uso smodato di pesticidi, causa variazioni nella percezione sensoriale ed istintiva dell’animale che non solo si allontanerà dalle piante “poco attraenti” ma le riconoscerà come nocive e quindi, non riuscendo più a distinguere quelle buone da quelle cattive, condannando l’intera specie alla progressiva estinzione.
L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) afferma che il pesticida Fipronil è tossico per le api se utilizzato per il trattamento delle sementi di mais, inoltre, il medesimo Ente, porta a galla una serie di lacune negli studi attualmente disponibili, che impedirebbero la esatta valutazione dei rischi per gli altri insetti impollinatori diversi dalle api ed i pericoli legati alla progressiva esposizione ai residui della sostanza.
In Italia, il Fipronil è regolato da una serie di divieti temporanei sin dall’Ottobre 2008 e lo scorso 24 Maggio la Commissione Europea ha confermato un bando parziale della durata di 2 anni per 3 pesticidi tossici per le api (Clothianidin, Imidacloprid, Thiamethoxam) che entrerà in vigore dal prossimo mese di Dicembre.

"Che in Europa sia stato permesso l'uso del Fipronil e di altri pesticidi nocivi per la api, ci fa capire che c'è un estremo bisogno di rivedere i test sulla sicurezza dei pesticidi autorizzati. Queste sostanze si sono accumulate nell'ambiente negli ultimi dieci anni: un bando parziale e temporaneo non è sufficiente per permettere alle api una vera ripresa, soprattutto se nel frattempo si continuano a utilizzare prodotti simili e altrettanto dannosi. Oltre a vietare il Fipronil e gli altri pesticidi dannosi per le api, la Commissione europea e i governi nazionali dovrebbero lavorare a un piano per la tutela degli insetti impollinatori"

Queste le reazioni di Federica Ferrario, responsabile della Campagna Agricoltura Sostenibile di Greenpeace, Associazione promotrice, tra le altre cose, di diverse campagne di sensibilizzazione sulla decimazione delle api (http://salviamoleapi.org/) e sui problemi causati dall’uso smodato ed incontrollato di pesticidi dannosi.
La principale richiesta dell’Associazione è il completo e totale bando dei tre neonicotinoidi sopra citati e del Fipronil, i cui effetti sono stati ampiamente studiati e pubblicati nel rapporto: "Api in declino - le minacce agli insetti impollinatori e all'agricoltura europea".

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